Case History di crisi aziendale: il caso Stefanel

Il caso Stefanel: un case history di crisi aziendale

 

La crisi aziendale che Stefanel sta vivendo oramai da un paio di anni può essere un punto di riferimento per capire le criticità che stanno alla base dell’innescarsi di uno stato di crisi aziendale e quanto sia, in questi casi, importante agire con rapidità. Andiamo, ad ogni modo, per gradi; introducendo, per chi ancora non lo sapesse cosa s’intenda generalmente per crisi aziendale, così da capire poi meglio cosa sia successo al marchio Stefanel.

 

Crisi aziendale: cos’è, come nasce e quali segnali la annunciano

Il tema delle crisi aziendali è un tema importante che deve essere trattato con cura e competenza. Dai nostri molti articoli a riguardo (si prenda ad esempio “come affrontare una crisi aziendale: le soluzioni”) sappiamo che per stato di crisi aziendale si intende generalmente quel periodo più o meno lungo della vita di un’impresa in cui le condizioni di operatività della stessa vengono meno a causa di specifici e decisamente rilevanti elementi di difficoltà; un momento di difficoltà dell’azienda di tale entità da poter comprometterne l’esistenza (in gergo “business continuity”). Sappiamo anche che lo stato di crisi aziendale così definito può essere essenzialmente di due tipi, economico o finanziario e le difficoltà che ne stanno alla base possono essere dovute a fattori sia esterni (si pensi alla fiscalità opprimente e alle normative severe che danno poco spazio vitale alle imprese) che interni (mancanza di liquidità – più uscite che entrate – probabilmente dovuta ad investimenti sbagliati o ad una sbagliata gestione degli stessi). Infine, come espresso anche nel nostro articolo “I segnali di crisi aziendale: quali sono e come affrontarli”, sappiamo esistono diversi segnali in base alle diverse tipologie possibili di crisi aziendale e sono più difficili da individuare di quanto non si creda. Per riuscire a captare i segnali giusti è necessario monitorare costantemente tutta una serie di indici tra cui spicca sicuramente l’EBITDA, ovvero l’indicatore della redditività operativa lorda d’azienda (letteralmente Earning Before Interests, Taxes, Depreciation and Amortizations). Va da sé come la crisi aziendale rappresenti un momento cruciale a livello strategico (le decisioni prese in questo periodo segneranno con molta probabilità le sorti dell’azienda) e come conoscere, ma soprattutto saper prevedere, tutte le principali cause di una crisi aziendale, è fondamentale per garantire la sopravvivenza dell’azienda, soprattutto perché la possibilità di dover affrontare una crisi aziendale è qualcosa da cui non si può prescindere quando si sceglie di fare il mestiere dell’imprenditore. Questo perché qualunque azienda può ritrovarsi in uno stato di crisi ed è per questo motivo che è essenziale farsi fin da subito un’idea delle possibili circostanze negative che potrebbero accadere osservando attentamente non solo la propria azienda ma anche il mercato stesso, di modo da captare i problemi sul nascere e risolverli subito. 

Crisi aziendale: Il caso Stefanel

Il caso Stefanel è un caso chiave per capire l’importanza e la drammaticità che può avere una crisi aziendale. Questo marchio, pilastro dell’economia tessile del nostro Paese versa in uno stato di crisi aziendale già da fine 2018, registrando ai tempi una perdita di 20,9 milioni di euro a fronte di un patrimonio netto di 7,5 milioni. Fu convocata un’assemblea straordinaria dei soci, nominato un nuovo amministratore delegato, effettuata la vendita di alcuni asset ed il taglio di alcuni negozi e richiesto il ricorso agli ammortizzatori sociali. Non è bastato,. A novembre 2019 Stefanel ha registrato un indebitamento netto pari 94,2 milioni di euro. Conseguenza: ammissione dell’azienda da parte del Ministero dello Sviluppo Economico alla procedura di amministrazione straordinaria la quale ha comportato alcessione delle funzioni dell’assemblea dei soci e degli organi di amministrazione e controllo della società con conseguente nomina di un Commissario straordinario, individuato in Raffaele Cappiello. Al momento l’obiettivo del piano di rilancio presentato da Cappiello è quello di trovare, entro quest’estate, investitori interessati a formare una Joint Venture o (più semplicemente e probabilmente) a comprare l’azienda. Cosa è successo? Per capirlo bisogna andare indietro nel tempo, alla crisi del 2008. Con quella crisi infatti i problemi strutturali dell’azienda (già presenti) si sono uniti alla crisi economica che investì la nazione. Da lì un piano di rilancio triennale che però non ha funzionato portando, nel 2017, all’entrata di nuovi azionisti, ad un nuovo piano di ristrutturazione che ha avuto come conseguenza la chiusura di più di 50 negozi in tutto il Paese e, tra i vari cambiamenti, anche lo spostamento della produzione in medio oriente per cercare di cambiare settore di riferimento. Nulla da fare. L’azienda ha provato allora, nel 2019, ad effettuare un concordato preventivo con i fornitori che però non è stato accettato ed è così che è scattato il processo di amministrazione straordinaria in cui attualmente si trova.

 

Problemi strutturali preesistenti, uniti ad una causa esterna di crisi economica e all’incapacità di far fronte con rapidità e competenza al mutamento in atto hanno portato a fondo uno dei marchi storici del nostro Paese. Come accennavamo all’inizio dell’articolo, conoscere, ma soprattutto saper prevedere, tutte le principali cause di una crisi aziendale, è fondamentale per garantire la sopravvivenza dell’azienda. E questo lo si può fare solo redigendo un buon Piano di risanamento aziendale.

 

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