Il licenziamento come conseguenza della crisi aziendale

Il licenziamento: una conseguenza della crisi aziendale

 

Il licenziamento è una delle conseguenze della crisi aziendale. Secondo la legge infatti gli imprenditori sono autorizzati a licenziare un tot numero di persone in caso di necessità. Questo tipo di licenziamento è chiamato “licenziamento per motivo oggettivo” ma come funziona di preciso? E da cosa deriva? Per capirlo dobbiamo prima analizzare l’origine del problema, ovvero la crisi aziendale.

Crisi aziendale: cos’è

Da i nostri precedenti articoli sappiamo che per stato di crisi aziendale si intende quel periodo, più o meno lungo, della vita di un’impresa in cui le condizioni di operatività della stessa vengono meno a causa di specifici e decisamente rilevanti elementi di difficoltà; un momento di difficoltà dell’azienda di tale entità da poter comprometterne l’esistenza (in gergo “business continuity”). Che sia stata sollecitata da avvenimenti interni od esterni all’ambiente aziendale poco importa, la crisi aziendale rappresenta comunque un momento cruciale a livello strategico, dal momento che le decisioni prese in questo periodo segneranno con molta probabilità le sorti dell’azienda. Inoltre, la possibilità di una crisi aziendale è sempre dietro l’angolo e, nello specifico caso in cui si decida di fare impresa, non si può prescindere dalla possibilità, seppur recondita, di doversi ritrovare ad affrontarne una. Ogni azienda può infatti affrontare un periodo di crisi ed è per questo che è fondamentale monitorare continuamente entrambi gli ambienti (interno ed esterno all’azienda) così da poter individuare l’insorgere di problematiche con opportuna tempestività. E’ evidente quindi che, nel caso in cui si omettesse di monitorare (o non si monitorassero bene) i suddetti ambienti, la probabilità dell’insorgere di una crisi aziendale aumenterebbe.

Quale che sia la causa che ha scatenato lo stato di crisi aziendale in essere in questo caso poco importa (se invece si volessero conoscere le principali cause di crisi aziendale si clicchi qui). Nel momento in cui scatta l’allerta per crisi aziendale i primi passi sono sempre gli stessi: controllo dei conti e piano di risanamento aziendale. E, spesso, nel piano di riorganizzazione aziendale finisce per andarci anche il licenziamento per giusto motivo oggettivo (abbreviato GMO). Vediamo però più nello specifico cos’è il licenziamento per crisi aziendale.

Il licenziamento per crisi aziendale: cos’è

Secondo la Legge il licenziamento per giusto motivo può essere di due tipi: soggettivo, per motivazioni riguardanti il lavoratore (ad esempio di fronte a comportamenti indisciplinati o inadempimenti contrattuali); ed oggettivo (il nostro, GMO), che rappresenta la risoluzione del rapporto lavorativo per motivazioni riguardanti il datore di lavoro (come quello di una crisi aziendale appunto). In questo tipo di licenziamento si prevede la possibilità per il datore di lavoro di licenziare un certo numero di lavoratori per ragioni riguardanti nello specifico l’attività produttiva, l’organizzazione del lavoro e il regolare funzionamento dell’azienda. Il motivo più frequente tuttavia, come spiegavamo è quello economico; se l’azienda si trova in crisi e nel ricalcolo e controllo dei costi appare del personale in esubero, gli ammortizzatori sociali (come cassa integrazione, mobilità ecc.) possono non bastare e il datore di lavoro può essere portato quindi a licenziare. 

Inoltre sembra che la Cassazione abbia negli ultimi anni accettato la legittimità del licenziamento per GMO anche senza che lo stato di crisi aziendale sia effettivamente in essere. L’andamento economico negativo dell’azienda non rappresenta infatti un presupposto fattuale che il datore deve provare ma basta l’esistenza di ragioni inerenti all’attività produttiva per legittimare tale tipo di licenziamento. Licenziare però non dovrebbe essere una cosa da prendere troppo alla leggera, ed è per questo che è sempre fondamentale provare a fare tutto ciò che è possibile fare prima di ricorrere a questo tipo di azione. 

Svolgere un continuo ed opportuno monitoraggio così come l’aver pronto uno o più Piani di Risanamento Aziendale (ognuno diverso a seconda delle diverse eventualità possibili) sono le chiavi per far sì che il licenziamento per giusto motivo oggettivo rimanga sempre l’ultima spiaggia a cui aggrapparsi. Redigere però un buon piano di risanamento non è certo cosa da poco, per questo è sempre bene affidarsi ad esperti del settore i quali, avvalendosi di specifici software di Business Intelligence, sono in grado di raccogliere, analizzare e tradurre in tempi ridotti i dati in conoscenza e riescono non solo a minimizzare le possibilità di insuccesso, ma anche a farlo in maniera economica.

 

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